La pedagogia del bosco, per come la intendo, è un approccio orientato al bambino, in cui le occasioni di crescita e apprendimento nascono spontaneamente dalla libera interazione tra ambiente e bambini stessi.
Il ruolo dell’adulto è quello dell’osservatore, e quando serve interviene come mediatore e accompagnatore mettendo a disposizione dei bambini le informazioni e le esperienze che possiede. La sua funzione proncipale è quella di “base sicura”, un riferimento a cui tornare, a cui rivolgersi, quando i bambini ne hanno bisogno. I suoi interventi non devono essere mai direttivi, ma devono servire a instaurare un dialogo in cui ogni parte impara dall’altra.
Per questo l’atteggiamento deve essere sempre di accoglienza e non giudizio, e la sua serenità e atteggiamento positivo in ogni caso è importante perchè i bambini si sentano veramente liberi di dedicarsi alle loro attività. La sua comunicazione deve essere sempre improntata all’empatia e deve essere consapevole di come comunicare in modo efficace, costruttivo e non violento, anche nei momenti di tensione e conflitto.
La vera maestra è la natura: l’insieme di elementi atmosferici e materici, la presenza degli altri esseri viventi, l’infinita gamma di stimoli sensoriali, possibilità di trasformazione e interazione.
La pedagogia del bosco pone attenzione ad alcuni elementi “primordiali” dell’esperienza di apprendimento dell’essere umano: il gruppo di bambini di età diverse e la partecipazione alle attività degli adulti sono due pilastri dell’educazione in tutte le società “tradizionali”.
Stare insieme con bambini più grandi e più piccoli è un’occasione di crescita fondamentale, tra di loro imparano il rispetto e le strategie per interagire con chi è diverso, i più grandi imparano ad aspettare chi ha bisogno di una spiegazione o di un’attenzione in più, i più piccoli guardano a dei modelli di competenza a cui tendere. Si creano anche meno stereotipi e confronti negativi tra bambini, non essendo indentificati chiaramente i gruppi di “grandi” e “piccoli” ciascuno è semplicemente se stesso, senza pressioni a raggiungere uno standard presunto di capacità e competenze relativo all’età.
L’esigenza delle classi per età omogenea è uno dei tanti principi organizzativi della scuola che risponde alle esigenze di semplicità e controllo delle insegnanti e non ha riscontri pedagogici, tanto è vero che per esempio nelle scuole montessoriane si lavora in gruppi di età miste.
L’apprendimento partecipato è invece l’esperienza che avviene tutte le volte che una bambino affianca e partecipa a un’attività degli adulti, senza distinzione tra teoria e pratica, partendo da un reale interesse e da un legame concreto con finalità tangibili.
Anche qui il mondo della scuola, se da una parte dovrebbe essere (almeno in teoria) più a misura di bambino di molti contesti della società contemporanea, d’altra parte ha perso quasi completamente il legame con i ritmi, gli esigenze, le dinamiche della quotidianità. Gli elementi che caratterizzano l’organizzazione scolastica sono di nuovo funzionali al controllo degli adulti e non alle esigenze dei bambini: la campanella, il banco, la classe, gli elementi anche decorativi (i poster, i cartelloni…). Per non parlare dei voti, dei libri fatti apposta per la scuola… tutti elementi che poi nelle nostre vite fuori dalla scuola non useremo mai più!
Perchè infatti si parla di pedagogia “del bosco”? Perchè nonostante tutto il nostro mondo e la nostra vita si basano ancora (più che mai!) sulle risorse naturali, da cui dipendiamo per bere, mangiare, respirare (e spostarsi, costruire…). Anzi questo aspetto è quello che rende più attuale e urgente la diffusione di questa pedagogia: prima che sia troppo tardi, dobbiamo permettere ai nostri bambini di ritrovare quel contatto e quella comprensione delle dinamiche da cui dipende la nostra vita che per troppo tempo l’umanità ha provato a dimenticare.
Se volete saperne di più sulla pedagogia del bosco vi consiglio di curiosare nel sito dell’Associazione Fuori dalla scuola e se volete potete partecipare al Corso per accompgnatori di scuola nel bsoco, aperto a educatori, insegnanti e genitori e che si svolgerà dal 4 giugno in Brianza.